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SOCIALRIVOLUZIONARI
(1901-1918). Militanti del Partito socialista rivoluzionario russo, di ispirazione populista. Divenne presto il partito più radicato tra i contadini e perseguì la pratica del terrorismo politico. Teorizzò una sintesi di marxismo e populismo ed ebbe un ruolo importante nella rivoluzione del 1905, chiedendo la convocazione dell'Assemblea costituente. Nonostante le scissioni, la clandestinità e le divisioni sulla partecipazione alla Prima guerra mondiale, il partito socialrivoluzionario continuò a crescere fino a diventare, nel 1917, l'organizzazione politica più popolare. Dopo la caduta dello zar i socialrivoluzionari si divisero: una parte sostenne i governi provvisori, l'ala sinistra invece si avvicinò ai bolscevichi partecipando all'insurrezione contro il governo, guidato dal socialrivoluzionario di destra A. Kerenskji. Alle elezioni per l'Assemblea costituente i socialrivoluzionari ottennero, nel complesso, la maggioranza assoluta dei voti, ma le divisioni interne vanificarono questo successo. L'ala maggioritaria del partito si oppose radicalmente al potere sovietico fino a partecipare alla guerra civile contro i bolscevichi, mentre la sinistra entrò nei primi governi, per poi uscirne in occasione del trattato di pace con la Germania ed essere emarginata dalla vita politica dopo un ultimo tentativo insurrezionale fallito nel luglio del 1918.
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